Come si fa però a capire, e a “preparare”, in un certo senso, il terreno per una tanda da non dimenticare?
"Walking in an Embrace", di Louis Dallara, su licenza CC BY |
1. Bisogna avere ben chiaro che cosa si sta cercando.
Nel tango, proprio come in amore, per non essere delusi bisogna sapere quello che si vuole. Se la serata, la musica, l’umore mi ispirano gioia e allegria, cerco un buon ballerino di milonghe; se invece mi sento vulnerabile o passionale, è più probabile che trovi il mio partner ideale ballando un tango – rispettivamente – della guardia vieja o uno di Pugliese; se mi sento leggera e istintiva, potrebbe essere la serata giusta per un vals.
Queste però sono le mie impressioni: ogni ballerino conosce le proprie emozioni e le proprie esigenze, e impara pian piano ad assecondarle per ballare nel modo più soddisfacente possibile.
2. Bisogna puntare un ballerino (o una ballerina) che – almeno visto da fuori – balli in un modo che ci piace.
Io lo confesso – ma si sarà già capito – amo il cosiddetto estilo milonguero, e quindi abbraccio molto stretto, contatto con tutto il torso dell’altro, di conseguenza poco spazio per muoversi, comunicazione fatta di piccoli, piccolissimi gesti, che costringe entrambi i ballerini ad un’apertura totale all’altro, all’ascolto. Trattandosi di uno stile molto particolare, non piace a tutti: molti si sentono “nudi”, o mal sopportano la scarsa libertà imposta da questo tipo di abbraccio, nonché l’intimità forzata con un estraneo.
Il più diffuso, soprattutto in Italia, è il cosiddetto stile salon, che prevede un abbraccio più aperto, e perciò una maggiore autonomia di movimento e una libertà espressiva più ampia.
Molto seducente, poi, soprattutto per i giovani, è il tango nuevo, che prevede una pressoché totale libertà di movimento, dato che perfino l’abbraccio può venire spezzato e il contatto tra i ballerini può arrivare ad essere anche solamente visivo; è uno stile in continua evoluzione, soggetto alla contaminazione con i più vari generi di danza (dalla classica, all’hip-hop).
3. Individuata la tanda e il ballerino (o la ballerina) che ci ispirano, non resta che invitare – o farsi invitare.
Per gli uomini è relativamente semplice: basta avvicinarsi alla donna prescelta, sperando che non sia già occupata o che nessuno la inviti durante il tragitto per raggiungerla, e chiederle di ballare. Solitamente non si ricevono rifiuti, ma anche qui ci sono eccezioni; per evitare questa “umiliazione”, però, sarebbe buona regola attenersi alle norme del código tradizionale, ossia invitare – se non proprio con mirada e cabeceo – solamente le donne che ricambiano la propria occhiata. In pratica, compiere una sorta di “pre-invito” con gli occhi, per testare la disponibilità della prescelta: se la ballerina non distoglie lo sguardo, ma lo sostiene, le probabilità di essere rifiutati diminuiscono drasticamente.
Quando una donna si ostina in ogni modo a evitare di guardarvi, uomini, non è detto che sia timida, anzi: semplicemente, non vuole ballare con voi. Cambiate aria, please...
Per le donne, tutto è più complicato. Il tango segue delle regole abbastanza tradizionali, per cui capita davvero di rado che la donna inviti l’uomo a ballare: solitamente quando viene detto esplicitamente, magari da qualche organizzatore particolarmente moderno e anticonvenzionale, oppure quando c’è un buon grado di confidenza con il ballerino che si invita (e in ogni caso, io lo trovo così inelegante!).
La regola dello sguardo però funziona anche per le donne – neanch’io ci potevo credere all’inizio! –, basta provare.
Bisogna spogliarsi di falsi pudori o sensi di superiorità, e pensare che nel tango, proprio come nella vita, uomo e donna sono sì diversi, ma esattamente sullo stesso livello: lui si sobbarca il rischio di essere rifiutato, lei non deve pensare che essere invitata sia una cosa “dovuta”. E quindi, bando ai pudori, fanciulle: se ci piace un ballerino, guardiamolo, dritto negli occhi, senza abbassare lo sguardo! Sperando che lui non sia così stordito da non capire che cosa vogliamo, o da fraintendere (cose realmente successe: leggetevi Occhiate... penetranti)...
Il tango, in fondo, riproduce bene le meccaniche del corteggiamento: come è gratificante per la donna la sensazione di “venir scelta”, così lo è per l’uomo. E è difficile che resista alla lusinga di una ballerina che gli fa capire di desiderare di ballare con lui...
4. Ora che abbiamo scelto la musica e il compagno, non resta che ballare.
Le premesse positive ci sono tutte (e la consapevolezza di entrambi di “essersi scelti” a vicenda è un ottimo modo per iniziare qualsiasi tipo di rapporto, anche di ballo). Nemmeno così però possiamo avere la certezza che tutto fili liscio: proprio come in amore, non è detto che un rapporto perfetto “sulla carta” poi funzioni nella realtà. Anche il tango è una questione di chimica, di magia, di casualità...
E capita allora ogni tanto, dopo serate danzanti particolarmente sospese e ispirate, di poter dire “Mi sono innamorata tre volte, stasera...”.
Decisamente non fa per me il tango, no!! Però mi tenta, sta cosa dell'innamorarsi tre-quattro volte per sera ;-))
RispondiEliminaPensare che questa cosa la pensavo anch'io ogni volta andavo a ballare...tornavo a casa pensando di essere innamorato...sensazione eccezionale, non si può spiegare se non con queste parole!
RispondiEliminaBesos
Bello! Solo che io mi sarò innamorato solo tre volte in 9 anni di Tango... Vabbeh, forse sono un po' troppo difficile! Quanto alla mirada, donne, non siate troppo severe se non capiamo, io ad esempio sono miope sia fisicamente che metaforicamente ��
RispondiEliminaCiao Daikil, grazie di essere passato di qui! :)
EliminaNon direi, difficile: ognuno vive il tango e le sue emozioni in modo diverso.
Per quanto riguarda la mirada, invece, il mio consiglio alle donne - se la serata proprio non si sblocca - è quello di girare per la sala, in modo da "puntare" agevolmente il ballerino con cui vogliono ballare senza possibili fraintendimenti. Un po' macchinoso forse, e poco "romantico", ma di solito funziona. Parola di talpa!
Il successo del Tango è fortemente basato alla sacralità dell'incontro, al contatto fisico, al tentativo di comunicazione di due universi, all'abbraccio; condizione oggi estranea all'uomo contemporaneo schiacciato dall'individualismo.
RispondiEliminaNel frenetico quotidiano cosa si può arrivare a scoprire attraverso il Tango? Un qualcosa di autentico, d'interiore, profondo, un momento di pace, una risposta, anche se momentanea e per lo più inconsapevole, allo stato d'inconsistenza e di vuoto. Il Tango permette quella comunicazione profonda oggi sepolta dalle ferite della frantumazione. In un mondo in crisi, la scelta del Tango da parte di una umanità sradicata e senza punti di riferimento rappresenta una rivalsa dello spirito, la lotta dell'anima che reclama ciò che le è stato strappato: l'amore, l'affinità, la comprensione!
Ma è un traguardo arduo e difficile... non è una questione di passi, ne di figure, ne di pause... piuttosto ....una sincronizzazione dei cuori.
Caro Unknown (non so perché ma nella mia idea sei un "lui"), hai reso con parole davvero poetiche la magia del tango e le sue potenzialità quasi terapeutiche nella nostra società spersonalizzata e frenetica. <3
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