Sono follemente innamorata. Ho ballato con un uomo che – ‘tangueramente’ parlando – è l’altra metà della mia mela. Con lui è tutto perfetto: l’intesa fisica, i gusti musicali, il modo di intendere il tango, fatto di rispetto e intimità.
Con lui infrango una regola che mi sono imposta di rispettare sempre: ballo di continuo, tanda dopo tanda, finché i piedi non urlano di sedermi, incurante delle cortinas che si susseguono implacabili. Ballo tanghi, vals, milonghe (con una preferenza per i primi due, devo dire), sommersa dalla tenerezza e da quel sentimento di fusione totale simile solamente a quello che si prova a fare l’amore, e a farlo con la persona che si ama.
Con lui ho infranto anche un’altra regola: quella di non ballare altro che tango (o milonga, o vals). Io sono totalmente negata, oltre che assolutamente imbarazzata, in qualsiasi ballo che non sia il tango: mi sento a disagio, sono rigida, mi assale un sentimento di panico che mi fa sentire l’unica persona in tutta la sala a essere uno zero e quindi, di conseguenza, a essere guardata e derisa. Mi sono lasciata però contagiare dal suo meraviglioso senso musicale e dalla sua energia di grande danzatore, e ho ballato (in effetti, ho saltellato) una cortina caraibica che – visto il successo tra i tangueri, quasi tutti rimasti in pista – si è allungata in una vera e propria tanda.
Ebbene, mal di piedi a parte (è pazzesco ballare salsa, o qualsiasi cosa fosse, con un tacco a spillo di 9 centimetri!), è andata benino. Perfino per lui, colpito dalle mie doti di seguidora. Niente crisi di panico con apnea respiratoria, niente rossori diffusi, niente blocco fisico. Non sono nemmeno caduta.
Alla fine però sono stata moooolto contenta che la musica abbia ripreso con il meravoglioso Poema di Canaro, una boccata d’aria fresca.
Il tango ballato con alcune persone (rare come sono le persone da amare, in un sempre sorprendente parallelismo) è una vera magia. Sembra di conoscere davvero la persona che si ha di fronte, quando magari sono solo dieci minuti che si sta insieme, e si viene sopraffatti da un sentimento di affetto (davvero, giuro!) per un perfetto sconosciuto, che potrebbe aver appena messo una bomba nella metro, per quello che se ne sa. Le endorfine che si sprigionano sono quelle dell’amore, e anche il sentimento di totale irrealtà e sospensione dal tempo e dallo spazio è lo stesso. Solo, senza sesso. Magico, no?