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mercoledì 30 maggio 2012
martedì 29 maggio 2012
lunedì 28 maggio 2012
Animali da tango (6) - Il Provolone
6. Il Provolone
grado di pericolosità ***
grado di fastidiosità *****
grado di fastidiosità *****
Dicesi Provolone quell’esemplare
di animale da tango di sesso maschile che ci
prova con qualsiasi esemplare di sesso femminile, «basta che respiri».
Dunque, partendo dal fatto che, anche
in questo caso, ci sono donne che gradiscono la cosa, diciamo che solitamente
non è così, e che i Provoloni vengono evitati e indicati a dito. Il Provolone
trova nella milonga il proprio habitat
ideale poiché, come dimostrato da vari
studi, la percentuale di tangueri single
è almeno dell’80%.
Esistono almeno tre categorie di
Provolone: quello Esplicito, quello Insinuante, quello Palpante. Il Provolone può
apparire inizialmente spiritoso o galante, ma alla lunga rivela la sua vera
natura, greve e spiacevole. Il
Provolone Esplicito (PE) è solitamente sulla cinquantina, separato o
divorziato; ha perso con gli anni e l’esperienza ogni inibizione, e non ha
quindi nulla da perdere. Si può assistere pertanto a penosi episodi che
coinvolgono maturi (e pure quasi marci) esemplari di PE che fanno avances esplicite a bionde ventenni con
gambe di giraffa e sorrisi da Barbie. Perché non è solo il risultato che conta,
per il PE: anche il semplice fatto di essere visto conversare, all’interno
della milonga, con ragazze che non stonerebbero sulla copertina di Playboy è
motivo di vanto: tanto poi agli amici potrà raccontare tutte le prodezze che vuole,
senza tema di smentita. Le eteree fanciulle abbordate dai PE (va da sé che
raramente uno di questi esemplari ci prova con signore sue coetanee),
frastornate dal loro eloquio, avranno difficoltà a liberarsene; solitamente,
infatti, tali fanciulle, oltre a essere eteree sono pure molto gentili, e
cercheranno di svincolarsi senza urtare la presunta sensibilità del maschio –
sensibilità che, va da sé, è del tutto inesistente –, con l’unico esito di
trascorrere metà della serata a sorridere fissamente maledicendo la loro ineccepibile
educazione da piccole duchesse. Gli argomenti di conversazione dei PE sono
ristretti: tendono a magnificare i
vantaggi di una relazione con loro, uomini di mondo con un’almeno
trentennale esperienza in campo sessuale, che non richiederebbe fedeltà né legami
sentimentali. Il fatto che abbiano
figlie dell’età delle ballerine con cui ci provano, 3 ex mogli da mantenere e
una panza che farebbe invidia a un lottatore di sumo non costituisce –
evidentemente – un problema da loro giudicato insormontabile.
Il Provolone Insinuante (PI) è un
esemplare ancora più viscido e sgradevole del precedente, che almeno ha il coraggio (o l’incoscienza?)
delle proprie azioni. Lui non dice, suggerisce. Lui non chiede, propone. Con stratagemmi
di psicologia da rivista patinata (è infatti assiduo lettore di Men’s Health),
cerca di indurre alla ballerina il desiderio di giacere carnalmente con lui.
Ovviamente, alla ballerina l’unico
desiderio che nasce è quello di essere campionessa olimpica dei 100 metri piani
per fuggire il più velocemente possibile.
Il terzo esemplare di Provolone,
il Palpante (PP), è il più sgradevole in assoluto. Colpisce infatti mentre si è in pista, e ha un gusto particolare per le
ballerine procaci (la sottoscritta, purtroppo, fa parte di questa non
cospicua categoria). Con la scusa di ballare milonguero, con l’abbraccio stretto, il PP avvinghia a sé la
malcapitata, arrivando con la mano destra a compiere acrobazie palpatorie «che
voi umani non potreste immaginare». Né tantomeno immaginava la ballerina,
quando ha incautamente accettato il suo invito.
Che fare quindi quando si incappa
in un esemplare di Provolone? Io sconsiglio
in ogni caso di accettare le avances,
anche se si è alla disperata caccia di un uomo (può capitare nelle migliori
famiglie) e se il suddetto è, se non altro, guardabile. Poi ti si appiccica e
non te lo scolli più – senza contare l’imbarazzo di vedere il tuo nome
associato al suo: il mondo delle
milonghe, si sa, è paese... L’unico modo per uscirne indenni è comportarsi
in modo sgradevole quanto il loro: piantarli
in mezzo alla pista se allungano le mani, e ignorarli mentre parlano quando si è al posto, accettando miradas e inviti da parte di altri
ballerini.
Solo un rifiuto vagamente umiliante
e preferibilmente ricevuto in presenza
di testimoni impedirà loro di riprovarci, con una faccia di bronzo degna di un testimone di geova, la volta successiva.
giovedì 24 maggio 2012
Animali da tango (5) – Il Puzzone
5. Il Puzzone
grado di pericolosità *
grado di fastidiosità *****
Trattasi di un esemplare particolarmente infido, benché poco pericoloso, dal momento che quando lo si identifica è ormai troppo tardi.
Il Puzzone ha perfezionato l’arte del mimetismo: si nasconde nel branco, coperto dall’omertà degli altri maschi, che comunque spesso:
grado di pericolosità *
grado di fastidiosità *****
Trattasi di un esemplare particolarmente infido, benché poco pericoloso, dal momento che quando lo si identifica è ormai troppo tardi.
Il Puzzone ha perfezionato l’arte del mimetismo: si nasconde nel branco, coperto dall’omertà degli altri maschi, che comunque spesso:
- non lo riconoscono;
- non ritengono che possa costituire un problema per la femmina.
lunedì 21 maggio 2012
Tangoanalisi
Da anni sostengo l’utilità del tango come percorso psicanalitico
alternativo, che consiglio (con scarsissimi esiti, devo dire) a chiunque mi
capiti a tiro. Soprattutto ai single
incalliti con scarsa fiducia in sé stessi e ancor meno capacità di relazionarsi
con l’altro sesso.
Ma perché uno dovrebbe iscriversi
a un corso di tango – e poi praticarlo, ovvio – invece che andare da un bravo
analista?
1.
Perché costa
meno. Moooooooolto meno. E i risultati possono essere miracolosi.
2.
Perché il percorso
individuale che si fa è molto concentrato
e concreto.
3.
Perché tanti problemi di uomini e donne sono
dati dal fatto che non hanno una sana
visione di cosa sia essere uomo e essere donna, e il tango ristabilisce gli
equilibri.
I clichés riguardo al tango
sono moltissimi (consiglio a tutti di leggere questo
simpatico libro di Pier Aldo Vignazia); due sono però particolarmente pericolosi e riduttivi, anche perché
contengono frammenti di verità: il fatto che il tango sia un ballo «sensuale» e «maschilista».
Andiamo con ordine: la sensualità
del tango è riconosciuta da tutti, ma non si deve interpretare questo termine
nell’accezione corrente. Il tango è
sensuale perché è polisensoriale, perché coinvolge la vista, innanzitutto
(a partire dalla mirada), e poi il
tatto, con l’abbraccio, e l’olfatto, dato che si balla a strettissimo contatto
con il proprio partner.
Questo costringe a un contatto
molto forte e molto intimo con l’altro. Costringe a cercare un partner, superando la paura del rifiuto, la
timidezza, ma anche il senso di superiorità, e ad aprirsi all’altro. Quando cerchiamo un compagno di ballo, siamo
molto vulnerabili: gli uomini
rischiano sempre di ricevere un due di picche, e le donne di fare da
tappezzeria per tutta la serata. Tutti
devono mettersi in gioco, senza esclusione, dimostrando apertura, serenità
e disponibilità ad accogliere l’altro.
Il secondo pregiudizio sul tango
è che sia un ballo «maschilista». Visto da una certa ottica post-femminista, è vero: l’uomo invita, l’uomo conduce, l’uomo protegge. – Ma insomma, noi
siamo donne forti e indipendenti, abbiamo imparato a portare la valigia, vuoi
che non sappiamo “portare” anche in una pista da ballo? – protesteranno le mie
fedeli lettrici.
In realtà, il tango rispecchia
semplicemente i ruoli che uomini e donne, maschi e femmine, hanno ricoperto per
millenni, anzi, per milioni di anni. L’uomo è cacciatore e la donna preda –
anche se tutti sanno che, in fondo, siamo
noi donne che ci scegliamo il compagno. Lo stesso nel tango: la mirada viene proposta dall’uomo, ma è alla donna che spetta l’ultima parola:
se non risponde allo sguardo, il ballerino potrà fissarla tutta la sera ma non
avrà mai accesso al suo abbraccio. L’uomo conduce il ballo, è vero: ma è suo
compito anche far sì che la donna si diverta, non si stufi, venga valorizzata e
si senta protetta e rispettata. E sfido
qualsiasi donna a dire che non è esattamente quello che cerca in qualsiasi
rapporto sentimentale! Da parte sua, l’uomo ha bisogno di una compagna che lo
sappia ascoltare e rispetti i suoi tempi e i suoi spazi.
Insomma, se più gente ballasse il
tango, secondo me il mondo sarebbe un po’
più felice.
sabato 19 maggio 2012
Una raccomandazione... virtuosa
Ebbene sì, sono stata
raccomandata e me ne vanto!
Il fattaccio è successo non molto
tempo fa, in una milonga del tutto rispettabile. Dopo varie tande alquanto
soddisfacenti, mi sono seduta con l’intenzione di osservare un po’. Avevo già
puntato un ballerino ricciuto, dalla postura impeccabile. Stavo cercando di
capire dove fosse seduto, così da spostarmi tatticamente alla fine della tanda successiva e mirarlo agiatamente. Nella pista non
c’era, un sacco di confusione, le luci troppo basse, ma dove si era cacciato?
Forse era in pausa sigaretta o pausa bagno?
Ormai rassegnata ad aspettare la tanda successiva, l’ho improvvisamente
visto davanti al musicalizador, che
mi guardava. Possibile? Sicuramente stava guardando qualcun’altra dietro di me.
Eppure, sembrava proprio che guardasse me. E quello non era un cabeceo?
Be’, a un cabeceo si risponde con un altro cabeceo: ed è quello che ho fatto. Ma non mi sono mossa: mai
alzarsi, a meno di non essere completamente e definitivamente sicura di esserne
la destinataria! Assurdo però, i desideri non si trasformano in realtà così facilmente.
Eppure, lui si è avvicinato proprio a me, e ha ripetuto il cabeceo.
Mi sono alzata e ho fatto un bel
sorriso, e abbiamo cominciato a ballare.
Un bel feeling, e lui era davvero
bravo. Dopo il secondo tango, mi ha sussurrato sorridendo: “Me l’aveva detto, il
mio amico, che eri brava, che non dovevo andarmene senza aver ballato con te!”
mercoledì 16 maggio 2012
La mia luna di miele senza tango
Erano mesi che non ballavo.
Perché?
Semplicemente perché ero
impegnata a fare altro: a godermi la mia nuova vita.
Il tango è meraviglioso, ma ogni
tanto ho l’impressione di averlo usato come surrogato. Quando ero triste,
insoddisfatta, sola, arrabbiata, quando le cose sentimentali non andavano bene,
quando avevo bisogno di alzare un pochino la mia autostima, quando non volevo
pensare, quando era una serata troppo bella per stare chiusa in casa in
solitudine.
Ora non sono più tutte queste
cose, e sono mesi che non capitano più questi “quando”.
E allora, se sono rimasta sul
divano è perché ora ho qualcuno che mi fa le coccole. Se resto struccata è
perché ora ho qualcuno che mi dice che sono bellissima comunque. Se mi avviluppo
in informi e comodissimi vestiti maschili è perché hanno un odore buonissimo,
quello di chi li ha indossati prima. Se crollo alle 10 di sera è perché ora mi
alzo alle 7 per fare colazione in compagnia.
Una splendida luna di miele senza
tango.
martedì 15 maggio 2012
Il tango è come la bicicletta...
... una volta che hai imparato, non lo dimentichi più.
Posso supportare questa affermazione portando due esempi.
Il primo: erano più di quattro mesi che non ballavo. Quando non ballo
entro in una spirale deleteria, perché meno ballo meno voglio sentir parlare di
tango perché poi mi deprimo che non ballo e più mi perdo in mille altre cose, e
poi che stanchezza che alle 10 di sera mi addormento sul divano e che tristezza
che devo andare da sola e che paura che alle 3 di notte mi addormento al
volante poi faccio un incidente e poi muoio.
Una meraviglia, un successone, complimenti a pioggia e ho
riacquistato sicurezza e voglia.