Questo sarà un post
anomalo, lo premetto. E lo prometto, visto che sono in vena di idioti giochi di
parole. Perché non parlerò
esclusivamente di tango, ma anche di vestiti, e soprattutto di Sfiga.
Infatti, se una giornata comincia male, tutti
sanno (Murphy per primo) che finirà
peggio. Ebbene, venerdì era una di quelle giornate. È cominciata in modo
terrificante: non ho ricevuto la mia dose quotidiana di coccole. E è proseguita
peggio, con malori da nobildonna tardo-ottocentesca (solo che io non porto il
corsetto), ciclopici lavori stradali e conseguenti ritardi di tutti i mezzi pubblici, anche quelli che
non passano per quella strada, nonché inopinate visioni di persone dimenticate
da anni – e se erano dimenticate, un motivo c’era...
Insomma, speravo di risollevare il tutto con una bella serata
di tango. L’avevo pianificata dal giorno prima: avevo convinto l’Omino,
sempre riluttante (in effetti l’avevo bellamente ricattato, ma che resti tra di
noi), avevo programmato di andare a prendere un’amica, la trasferta era verso
una bella milonga, doveva andare
tutto bene!
E invece, ho avuto la sciagurata idea di mettere quel vestito. Molto carino, tra l’altro:
con una gonna corta rosa piena di frufrù, come piace alla me vaporosa e vaga, ma
anche a quella sexy che con il tacco alto fa la sua figura. Look approvato anche dall’Omino.
Oh infame destino, tragiche sciagure, numi avversi dell’Olimpo! Oh, giammai lo avessi
indossato! Ma non potevo ancora saperlo. Per cui ho acceso la macchina (dell’Omino)
e mi sono avviata ignara.
Recuperata l’amica,
tutto sembrava procedere per il meglio. Ma non avevo fatto i conti con il
Fato, che si è presentato sotto forma di una macchina di quelle con gli sponsor
che seguono i ciclisti. E mi ha tamponata. Stock!
Non ci volevo credere! La mia serata minuziosamente programmata! La mia
meravigliosa serata di tango con l’Omino più rassegnato che ricalcitrante e la
mia amica che non vedevo da una vita!
Non ci volevo credere
anche perché ho avuto un fortissimo déjà
vu. Due anni fa, sulla stessa strada ma esattamente dieci metri più avanti,
sono stata tamponata (ma non guidavo io!!! Ci tengo a precisarlo, per i soliti malfidenti),
gli unici due tamponamenti della mia
vita! E – cosa ancora più inquietante –
portavo lo stesso identico vestito, rosa coi frufrù.
Ergo, ho deciso che alla prima occasione, non appena ne avrò una, lo regalerò alla mia peggior nemica.
Sperando che abbia la mia stessa taglia.
Epilogo (lo so che lo state aspettando)
Nessuno si è fatto
niente, a parte la povera macchina dell’Omino, che da quando mi frequenta ha
subìto più sciagure di qualunque altro mezzo a motore sull’intero orbo
terracqueo. E sì, alla fine sono andata a ballare lo stesso: anche se con il
colpo della strega non ero proprio scioltissima, avevo una postura invidiabile.
o se invece di rinunciare al vestitino frufru eviti di fare quella strada quando lo indoss?? :-)
RispondiEliminaPotrebbe essere un'idea! Quel vestito è proprio carino:
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