Capita, a volte, che un ballerino con il quale ti trovi molto bene
scompaia dalle milonghe abituali. Lo consideri un irriducibile, dato che lo
trovi in giro minimo due volte
alla settimana, e da un giorno all’altro ti sparisce. Basta, più, nada de nada,
nessuna notizia, svanito come sotto il mantello dell’invisibilità di Harry Potter.
Se lo conosci, puoi chiedergli, dopo qualche mese, come va, come
mai non si vede più: sarà per la famiglia, un nuovo hobby, un figlio. Ma
ogni tanto è uno sconosciuto, e allora – ve lo giuro, io di solito non sono
catastrofista ma mi è capitato di pensarlo – ti chiedi se magari non sia morto,
oddio, chi lo sa, magari è stato investito proprio uscendo da una milonga!
Per fortuna, però, ogni tanto i ballerini ritornano. Una sera, ed è tutto così normale, niente preavvisi, te li ritrovi
in pista, come nulla fosse
successo. Sono passati
magari anni, e loro sono ancora lì, la solita camicia di lino bianca, la
solita postura elegante, la solita espressione gentile. Ti salutano, ti
sorridono, ti invitano, come nulla fosse successo.
Ti viene perfino il dubbio di essertela sognata, quell’assenza.
E quando rispondi alla loro mirada, quando riscopri il loro
abbraccio, il tango con loro è
come una vecchia ciabatta: comodissima, morbida, come se ti avessero sempre
aspettato, e invece capisci quella che li ha aspettati, magari per anni, sei
stata tu.
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