Che impressione. Tornare in queste stanze, dopo
tre anni che le diserto.
Eppure, è sempre casa. Raccontango è proprio dove è più profondo il mio cuore.
Sono tanti, tre anni. Sono successe mille cose, in questi tre anni.
Per esempio,
mi sono sposata. E
ho cambiato lavoro.
E città.
Il tango, però, resta. Sono cambiate le persone, i luoghi, le milonghe...
Non è cambiato il mio spirito libero, la mia ostinata volontà di non legarmi a un gruppo, a una scuola, a un maestro...
Perché a ballare continuo a andarci. Non spesso, no. Ci sono
troppe cose che mi fanno male:
l'indifferenza, lo snobismo di certi tangueri, la solitudine,
i piedi...
Ballare ora è un lusso che mi concedo di rado, come si fa con il vino buono, un vestito di qualità, una serata a teatro.
Però - proprio per questo - me lo devo gustare per bene.
Con l'età sto diventando sempre più esigente, e
ballare tutte le sere non mi interessa più -
non mi basta più.
Sta succedendo la stessa cosa anche nella mia vita professionale:
quello che faccio non mi basta più. E infatti non è un caso che sia qui, a scrivere di tango e di vita.
Sento di aver perduto, un'altra volta, la mia strada. E forse, anche questa volta, il tango mi aiuterà a ritrovarla.